MORTO CHE PARLA
Che oggi mi ero presa un giorno di ferie perché sarei andata fin su qualche collina dei dintorni per stare seduta al vento e al sole a riflettere sulla vita, l'universo e tutto quanto. E invece son rimasta chiusa in casa a far vuoto in camera delle robe vecchie, a chiudere conti, due lavatrici, dormire. E a guardare in trance il contatore dei post di Facebook sulla mia bacheca che cresceva e cresceva, e ascoltare i blip delle notifiche su Whatsapp, dai soliti e persino da gente inaspettata. Mia madre, 75 anni ad agosto, mi ha inoltrato un bel video con dieci rose per la salute e la fortuina; le mie nipoti, un vocale in stereo; un buon trenta per cento dei messaggi erano pigramente e sornionamente doppi con la mimosa. Son sempre loro, le cerchie: la famiglia, anche quella allargata, i colleghi di lavoro, la parrocchia, le associazioni, i movimenti le équipes, il quartiere e il coordinamento di zona, i ragazzetti ormai diventati adulti che mi fanno i complimenti chiamamdomi s